Luogo:
Data: 22/12/2011
Canale: Clima
Autori: F. L. Falconieri, M. Maffioletti
Rispondere a crisi ambientale e crisi economica, è la sfida di Durban.
All’ultimo minuto, i rappresentanti dei 194 paesi riuniti per la conferenza mondiale sui cambiamenti climatici a Durban hanno trovato un accordo. Il Protocollo di Kyoto, benché indebolito dalle defezioni dei grandi inquinatori, Stati Uniti, Giappone, Canada e Russia rimane in vigore fino alla definizione di una nuova piattaforma globale. Termine ultimo per un accordo vincolante per tutti, il 2015. L’IPCC, il gruppo di esperti che raccoglie e valuta per le Nazioni Unite le conoscenze scientifiche e socio-economiche sui cambiamenti climatici, osserva che l’effetto serra non aspetta i tempi della politica, ma di questi tempi il risultato di Durban sembra quasi un miracolo.
In un periodo di grave crisi finanziaria globale, le questioni ambientali e il cambiamento climatico non fanno poi così notizia e appaiono come un costo ulteriore per la società. Eppure, Paesi in crescita come la Cina hanno compreso bene l’importanza della questione climatica come stimolo per l’innovazione tecnologica e quindi della green economy come motore di sviluppo.
Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente
"La crisi finanziaria mondiale crea delle complicazioni sul pacchetto finanziario ovviamente, ma può rappresentare un ‘opportunità nel merito degli interventi che devono essere fatti, perché la crisi finanziaria si incrocia con l’esigenza tecnologica ed industriale comunque di cambiare il sistema energetico per cui questo è il momento nel quale investimenti nel medio e lungo periodo che servono per garantire la sicurezza energetica nei prossimi quaranta, cinquant’anni possono considerare, come già cominciano a fare, il ruolo delle fonti rinnovabili, il ruolo dei bio combustibili almeno in competizione con il ruolo tradizionale dei combustibili fossili".
Questa l’opinione del Ministro Clini intervenuto all’incontro organizzato da ENEA e Kyoto Club alla vigilia dell’apertura dei lavori di Durban. E le conclusioni che sono state poi raggiunte, confermano che questa è l’unica via. In attesa del nuovo accordo globale c’è molto da fare per la diffusione delle tecnologie verdi con azioni di cooperazione internazionale di lungo termine. L’Europa e le grandi economie emergenti di Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa costituiranno insieme una piattaforma per lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie e dei sistemi in grado di assicurare nello stesso tempo la crescita economica e la riduzione delle emissioni. L'Italia è nel gruppo di testa dei Paesi che hanno voluto l'accordo di Durban ed è pronta ad impegnarsi, perché questo e' il nuovo fronte della competitività ed è sviluppo sostenibile.
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